Cuore di pietra

Atelier per famiglie a cura di Stefania D'Amato

28-11-2021

Costruiamo insieme un’anatomia del paesaggio associando gli organi interni del corpo e il paesaggio che ci circonda. A quale parte del corpo potremmo associare il mare, il fiume, la tempesta, la pietra o il sole? Quali forme del paesaggio ha il nostro cuore?  Il cuore cambia forma in base alle emozioni che lo attraversano: è cuore-pietra, cuore-sole, cuore-vulcano! Associando corpo e paesaggio raccontiamo le nostre emozioni, il nostro modo di essere. Il paesaggio interiore è fluido, come la nostra identità, non è possibile identificarsi in categorie rigide e precostituite. 

Partiremo dall’osservazione di alcune tavole anatomiche e immagini di elementi della natura per associare questi due mondi fortemente connessi. Attraverso diverse tecniche (disegno, frottage, ricalco, collage) andremo a creare in piccoli gruppi, grandi corpi-mappa capaci di mettere in evidenza i paesaggi interiori che ci attraversano, tracciare dei sentieri per orientarci nel mondo delle emozioni e invitare, se lo desideriamo, altre persone a camminare insieme a noi.


Informazioni e iscrizioni:

Iscrizione obbligatoria

Data: domenica 28 novembre 

Età: dai 5 anni

Orario: Ritrovo in PInAC ore 15.15. Inizio attività ore 15.30. Termine attività ore 17.30

Contributo: per le famiglie non residenti a Rezzato è richiesto un contributo di €4 a persona.

tel. 030 2792086

email: servizieducativi@pinac.it (nell'email di prenotazione indicare il nome di tutti i partecipanti, l'età dei bambini, un numero telefonico di riferimento e se si è residenti a Rezzato). 

Per la partecipazione alle attività è obbligatorio il Green Pass per i maggiori di 12 anni 


 Stefania D’Amato è illustratrice, grafica e educatrice all’arte. Di formazione antropologica, dedica poi la sua ricerca alle arti visive laureandosi in Illustrazione e Grafica per le immagini presso l’ISIA di Urbino. Partecipa a mostre e pubblicazioni collettive. Di recente ha collaborato al progetto Srebrenica - City of Hope con un murales a quattro mani. La sua ricerca artistica è un tutt’uno con la ricerca antropologica: esplora i livelli dei significati e cerca di mescolare linguaggi diversi per poter comunicare con il suo lavoro in modo semplice e diretto.

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