Installazione di Gabriella Goffi e Sara Poli
6 gennaio- 9 febbraio 2003, PinAC via Disciplina, 60- Rezzato
La memoria del passato protegge il futuro.
Carlo Azeglio Ciampi
Presidente della Repubblica Italiana
Rezzato per il Giorno della Memoria
Legge N°. 211 del 20 luglio 2000, articolo 1
La Repubblica Italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz. Giorno della Memoria, al fine di ricordare la Shoah (sterminio dei popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia. la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio ed a rischio della propria vita hanno salvato altra vite e protetti i perseguitati.
Il concerto di musica Yddish proposto dal gruppo Klezmorin chiuderà l'esposizione presso la chiesa del Suffragio in Rezzato.
Hevenu Slalom
Un incontro sulla musica ebraica e yiddish
L’incontro si caratterizza per l’esecuzione (intervallata da brevi presentazioni che tengono conto della storia del Novecento) di canti religiosi e profani in ebraico e in yiddish, di cui sono anche forniti i testi.
Le esecuzioni sono del "Gruppo Klezmorim" (canto: Denise Pisoni, Angela Dalé, Luisa Anni, Bettina Vizzardi, Lucia Anni, Claudia Romelli, Ugo Muffolini; pianoforte e canto: Alessandro Adami; chitarra: Matteo Pizzoli; percussioni: Alessandro Todeschini) e sono accompagnate dal pianoforte, dalla chitarra e dalle percussioni.
Il gruppo è costituito da giovani bresciani e da quattro anni si è dedicato a questa esperienza musicale affascinante e difficile, portando il canto klezmer nelle scuole e nelle biblioteche di diverse località. Gli ultimi concerti sono stati tenuti il 17 gennaio 2002 nel Salone Bevilacqua della "Pace" di Brescia per la giornata del dialogo tra cristianesimo ed ebraismo, il 17 marzo e l’11 aprile 2002 presso le due sedi dell’Istituto "Gambara" di Brescia.
La scelta dei canti e le presentazioni sono curate da Rolando Anni
Canti in repertorio (trascrizioni e arrangiamento di Alessandro Adami)
Hevenu Shalom
Hallel
Es Brent Musica e testo di Mordechai Gebirtig (1877-1942)
Kol Rinà (Salmo 118,15-16)
Shemà Israel (Dt. 6,4)
Zog Nit Keinmol Musica di Dan e Dimitri Pokras, Testo di Hirsh Glik (1922-1944)
Hiné Matov (Salmo 133, 1)
Pischù li Musica di Shlomo Carlebach (Salmo 118, 19)
Gam Gam Musica di Joseph Brody (Salmo 23, 4)
Hava Nagila Musica di Abraham Zevi Idelsohn
O Ir Klejne Lichtelech Testo di Morris Rosenfeld
Az Der Rebe ZingtHaint Iz Du
Oyfn Pripetchik
Die Moorsoldaten
Reyzele (di M. Gebirtig)
Dona dona
Shalom chaverim
Il "Gruppo Klezmorim" (da klez, strumento e zemer, canzone) prende il nome dai musicanti ebrei, questo è il suo significato in yiddish, dell’Europa orientale che accompagnavano tutti i momenti di gioia delle comunità ebraiche. Essi erano sempre presenti alle feste religiose, non potevano mancare ai matrimoni, ai banchetti ed erano disposti ogni giorno, per la ricompensa di pochi soldi oppure del solo cibo, a eseguire musica da ballo o a cantare nelle osterie e nei cortili.
La loro musica è piena di popolare ingenuità, ma anche di straordinarie capacità virtuosistiche. Come scrive il grande scrittore austriaco J. Roth, dietro i canti dolorosi dei klezmorim si avverte il sorriso e basta averli ascoltati una sola volta perché risuonino nella mente per settimane.
Nei suoi incontri il gruppo esegue brani religiosi e profani sia in ebraico che in yiddish. Questa lingua, che è costituita da un impasto di tedesco medievale, di ebraico, di apporti slavi e persino romanzi, è la lingua materna delle comunità ebraiche un tempo sparse negli innumerevoli shtetlek (villaggi) dell’Europa orientale poi sterminate nel corso della shoà.
La musica klezmer, che ha affascinato tra gli altri anche Kafka, ha vissuto a partire dagli anni Settanta un revival internazionale inaspettato e imprevedibile e viene oggi proposta da diversi gruppi in Italia e, con grande impatto emotivo, negli spettacoli di Moni Ovadia.
Nei canti proposti si mescolano gioia e dolore, felicità e delusione, riflessioni sull’esistenza e preghiere in una sorta di viaggio, sia pure breve, nella storia dei momenti felici e delle tragedie di un popolo, gli ebrei della Polonia, dell’Ucraina, della Lituania, della Bielorussia, travolti e scomparsi per sempre nello sterminio.