Pinocchio in PInAC

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Bambini e bambine, dai 4 ai 14 anni, propongono la loro galleria di Pinocchi, Fatine, Gendarmi, Gatti e Volpi con una freschezza e un' originalità interpretative in grado di competere con i  grandi illustratori.

PINOCCHIO IN PInAC
a maggio 2003 nella sala espositiva della PInAC

La Pinacoteca Internazionale dell'età evolutiva  Aldo Cibaldi del Comune di Rezzato (PinAC ) lanciò  a livello nazionale negli anni Settanta ,  in collaborazione con la rivista 'Madre', un concorso sulla rappresentazione di Pinocchio e le sue avventure. Il fondo archiviato in quell'occasione raccolse circa duecento lavori di bambini e bambine italiani, da cui sono stati selezionati i materiali  presenti nella mostra 'Pinocchio in PinAC'
Bambini e bambine, dai 4 ai 14 anni, propongono la loro galleria di Pinocchi, Fatine, Gendarmi, Gatti e Volpi con una freschezza e un' originalità interpretative in grado di competere con i  grandi illustratori.  E proprio con questi ultimi si avverte l'esistenza di incontri avvenuti  sulle varie edizioni , soprattutto per i ragazzi-autori più 'grandi':  é evidente come i diversi  artisti della pagina stampata siano stati  capaci di offrire, ai più piccoli,  ispirazione e riferimento. Ciò potrebbe essere letto come una sorta di marca di connotazione storica. Infatti  poiché questi materiali risalgono agli anni Settanta - non ancora segnati da una televisione invasiva e pervasiva che diverrà flusso elettronico/liquido amniotico negli anni Ottanta/Novanta -  non presentano palesi suggestioni mediatiche. Insomma non c'é la tv con i suoi modelli standardizzanti, non s'occhieggia nemmeno alla citazione dell'improbabile Pinocchio tirolese che  Disney produsse nel 1940 e che fu probabilmente visto e rivisto dai ragazzini di quegli anni.
Disegni, tempere, pastelli  propongono un tuffo nell'espressività infantile che dialoga con Pinocchio e il suo mondo; un dialogo fra gli stili  rappresentativi e le poetiche personali; un confronto all'interno delle diverse età dell'infanzia che racconta, con le matite e i colori, anche storie di ordinaria quotidianità.
Benché  parte dello svolgimento cronologico della narrazione collodiana sia rintracciabile  nella serie di linoleografie realizzate dai ragazzi della media di Montichiari (BS), che evidentemente stavano compiendo un lavoro molto approfondito sull'incisione, la scelta delle quaranta opere sul tema pinocchiesco non ha voluto privilegiare l'illustrazione sequenziale del racconto. E' sembrato  più interessante porre attenzione ai temi e  ai personaggi maggiormente ricorrenti, visti,  per esempio, attraverso le diverse età di autori e autrici o  le tecniche espressive adottate. Si é pertanto preferito privilegiare la varietà dei punti di vista, la soggettività delle interpretazioni, i modi e gli stili delle rappresentazioni, la messa in scena di ambienti e situazioni.


La Pinacoteca Internazionale dell’Età Evolutiva di Rezzato, la casa dei disegni dei bambini del mondo, ha per logo un quadro-casa-bambino con faccia sorridente e braccia aperte. Niente naso. Unico elemento vagamente pinocchiesco un tetto-cappello triangolare. 
Esiste consonanza tra Pinocchio e Pinac, e non è solo affare di suoni.
Anche la Pinac è per piccoli e grandi, e partecipa dell’ambiguità – dell’inquietante ricchezza – di essere con e per i bambini. A volerla apparentare a un personaggio di Collodi verrebbe da scegliere il più pauroso, la Fatina. Bambina e vecchina, mamma, sorellina, potente maga che vive nel bosco da più di cent’anni, capra, morta che parla: chi è davvero? Brrr. Ambigua come la sua casa, come tutte le case, quella della Pinac compresa. Lì Pinocchio cerca rifugio, e trova nutrimento, riposo, rimproveri. E’ il luogo del piatto di cavolfiore condito con olio e aceto, del rosolio nel confetto, della medicina amara, delle sue bizze.
Una casa è così: fatta per ospitare la nostra voglia di correre via - Pinocchio è sempre di corsa verso il mare, il paese, il bosco - e la sicurezza di due braccia che ti tengano stretto per un po’. Il luogo non tanto dove stare, ma da cui partire e ritornare. Definita, ancora più che dai legami, dai varchi lasciati aperti all’avvicinamento. Casa è dove scegli di tornare quando potresti andare altrove. Anche la Pinac, con le sue braccia e mani aperte e protese, vuole essere così; casa sì ma aperta, porta e finestre, sul fuori. Ci piace pensarla vivere sotto lo stesso segno ambiguo della penuria e della sovrabbondanza del cibo in Pinocchio, lo stesso regime delle relazioni tra grandi e piccoli. Sovrabbondanza e essenzialità sono le cifre che amiamo anche nella nostra Pinacoteca, luogo pubblico che ospita la creatività e offre diritto di cittadinanza al bisogno di ciascuno, di qualunque età e paese del mondo, lucignoli e mangiafuochi compresi, alla bellezza e all’espressione creativa.  Il diritto cioè a qualcosa necessario come il pane, ma imburrato di sopra e di sotto.

Mariella Foresti
Assessore Cultura e Istruzione
Comune di Rezzato


E’ bello e stimolante incontrare una istituzione dedicata a conservare e valorizzare le immagini create da bambini e ragazzi. Come ogni arte, queste sono per l’autore un modo per comprendere e al tempo stesso per comunicare.
Nella possibilità rappresentata dall’espressività artistica affinché bambini e ragazzi potessero affrontare temi anche ardui appropriandosene alla loro maniera e comunicando la loro visione agli altri la Fondazione Collodi ha sempre creduto. Fin dagli anni ’60 ha indetto concorsi che hanno spaziato dal disegno alle forme di espressione più moderne e tecnologiche. Concorsi specifici per il miglior disegno dedicato a Pinocchio ed altri in cui la grafica serviva ad aprire ed esplorare orizzonti più vasti e complessi, come in quelli legati al “Compleanno di Pinocchio”. Va da sé che lo scopo non è né la gara né il premio, ma lo stimolo ad esplorare, con impegno ma anche con il gusto della ricerca e dell’espressione di sé, nuovi territori – o anche, territori usuali con uno sguardo nuovo. Con la PinAC, la Fondazione Collodi condivide la convinzione del valore di questi materiali, per la documentazione e lo studio dei fenomeni che coinvolgono i bambini di cui ci occupiamo. A questa conservazione e strutturazione la PinAC dedica tutta la propria attività, con metodo, costanza ed inventiva; la Fondazione ha da parte sua ha recentemente promosso e pubblicato una ricerca sugli elaborati prodotti nell’arco di dieci anni per il “Compleanno di Pinocchio”.
Il lavori di bambini che la PinAC ha selezionato per la mostra di cui questa edizione è testimonianza ci parlano specificamente dell’approccio a Pinocchio in quanto personaggio della fantasia forse più caro tra quelli creati per i bambini. Quello in cui si identificano da oltre un secolo e che condividono con i coetanei di tutto il mondo, che li unisce anche a chi è stato bambino. Visto così, stupisce meno che i disegni di trent’anni fa somiglino così tanto ai disegni dei bambini di oggi. E conferma a tutti noi che ci impegniamo in vario modo ad aprire vie di comunicazione e comprensione reciproca tra adulti e bambini, ad offrire ai più giovani porte verso il mondo, che Pinocchio e la sua storia sono un cibo sostanzioso e sempre valido per chi si sta formando. Se i bambini di trent’anni fa e quelli di oggi disegnano Pinocchio, e lo disegnano allo stesso modo, sarà bene non sottovalutare questo archetipo culturale che condividiamo ormai tra molte generazioni. Ritroviamoci in questo nostro burattino che percorre il mondo, in un viaggio di conoscenza che non ha mai fine

Fondazione Nazionale Carlo Collodi

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